Lausanne, WCSJ2019
È arrivato il momento in cui vi posso raccontare una cosa che mi rende felice (e mi terrorizza) da ormai un annetto circa.
A Maggio scorso (cioè 2018) mi arrivò una mail che più o meno si può sintetizzare così.
Per un po’ di giorni non ci ho pensato più finché una sera a cena l’argomento è spuntato fuori
Così gliel’ho mostrata e lui mi ha chiesto se putacaso mi fosse venuto per l’anticamera del cervello (cervello? quale cervello?) di googlare la conferenza. Masseimatto, e se poi mi trovo I VIRUS nel computer? Lo abbiamo fatto.
Non solo esiste, ma sembra una cosa FAVOLOSA. Andatevi a vedere il programma. Sono 5 giorni interamente dedicati al giornalismo scientifico, con interventi di persone da tutto il mondo.
Io ho risposto alla mail profondendomi in scuse per il ritardo accumulato e chiedendo pure se erano sicuri di aver contattato la persona giusta che insomma, a me non mi conosce nessuno, che mi invitate a parlare a una roba del genere?
Con la pazienza che solo un’organizzatrice giapponese può avere, Ayumi mi ha detto che era felice di poter portare anche dei volti nuovi a parlare. “Sì ma ma maaa vuoi che ti traduca prima tutti i miei fumetti in inglese così capisci se sono all’altezza?” “Ragazza, mi stai facendo esplodere i coglioni-san.” “No ok, vengo.”
E così vado.
Mi caco sotto.
Dovrò parlare in inglese di fronte a tutti capite? E ok che vivo in Inghilterra, ma che vuol dire? Io non so parlare manco in italiano di fronte a tutti, ho sempre quell’aria da robot che dice a macchinetta le cose.
Ma ci potete credere? Quando mi sono registrata eravamo ancora in pochi e per qualche giorno nella pagina degli speakers ero fra gente di un certo tenore (e sì, per bullarmi con i parenti – e ora con voi – ho fatto uno screenshot che mi riguardo quando mi sento un po’ giù)
Vi ggiuro che non ho photoshoppato niente, che ero così, bellamente piazzata tra Gianotti e il direttore editoriale di Le Monde. Gente che trovi su Wikipedia insomma. E poi io, nella mia fiera definizione di cartoonist, su sfondo giallo senape.
Adesso i key speaker sono un po’ più diluiti e fa meno impressione vedermi lì, ma giusto un epsilon meno.
Questo è il link al panel, ché così vedete che non racconto balle, ci vado davvero. Al mio stesso panel parteciperanno Matteo Farinella – che finalmente conoscerò di persona – e Hayanon.
Al di là del mio intervento – che per fortuna è molto breve – sarà una conferenza interessantissima e non vedo l’ora di seguire le altre talk e i workshop. Ora vi saluto che mi è risalita l’ansia e devo tornare a ripetere la mia presentazione. Vi racconterò come è andata!
ps: lo so che sarei più professionale a non apparire come una bambinetta sprovveduta che si sente che le è piombata questa cosa sulla testa, e comportarmi invece come una che padroneggia con ostentata sicumera la situazione. Beh, piacerebbe anche a me essere algida e convinta di me, ma che ci vogliamo fare? Io sono quella a cui nei film cadono i libri appena ti parla il ragazzo carino. In questo caso il ragazzo carino è una super-conferenza e io ho tutti i miei appunti già sparsi sul pavimento, per prevenzione.