Nanananana: la newsletter di Novembre e Dicembre

Da quando vivo in Regno Unito frequento molto di più i teatri.

Amatoriali fino a un certo punto: ha dato i natali a un sacco di gente molto brava, tipo Emma Thompson o alcuni dei Monty Python

Appena arrivatə per noi erano una combo perfetta: spettacoli che costavano meno di un biglietto al cinema, attorə e pubblico più o meno della nostra età, e una palestra di inglese non indifferente. È così che ci andavamo più o meno settimanalmente. Nel 2017 siamo andatə a vedere un musical sulle mogli di Enrico VIII, una rivisitazione in chiave femminista: si chiamava Six ed era l’esordio di un’opera scritta da due studentə dell’Università.

Siamo chiaramente talent scout mancatə: negli anni questo musical è diventato sempre più famoso, e adesso è una delle offerte fisse a Broadway e West End. Era da tempo che pianificavamo di andarcelo a rivedere, curiosə di capire come era evoluto. Per il nostro compleanno (che io e Nicola condividiamo) siamo andatə a vedercelo, e, lasciatemi dire: wow.

 

Che costumi! Che forza! Questa era la fine dello spettacolo, quando ci hanno dato il permesso di fare foto.

Da allora non passa giorno che non me lo riascolti

qui sto cantando questa

Ne sono ossessionata, e, seppur non avendo nessun merito nel suo successo, mi sento un po’ una zia che l’ha visto nascere e fare i primi passi, e ne sono immensamente fiera di riflesso. Se per caso passate da Londra e avete una sera libera: andateci, non ve ne pentirete.

Ciao! Come potreste aver immaginato da questa newsletter di Novembre che arriva a fine Dicembre, sono stati mesi parecchio intensi. Ho un bel po’ di lavori da chiudere per fine anno/inizio gennaio

Per farmi perdonare della mia latitanza, questo mese vi mostro ben due lavori, uno uscito a fine Ottobre e uno fresco fresco di pubblicazione: i miei due nuovi fumetti per il dipartimento di Tossicologia qui a Cambridge.

sono i due ai lati, quello al centro lo avete già visto.

Vi avevo raccontato già di questo progetto: l’ho iniziato l’anno scorso e, incrociando le dita, andrà avanti anche il prossimo. Stiamo facendo una piccola collana di fumetti per parlare delle ricerche condotte nei vari gruppi del dipartimento.

Il secondo fumetto della serie racconta di un metodo di studio dei tessuti, per poterne capire l’attività intracellulare e le modificazioni quando qualcosa va storto

Spoiler: non lo fanno così.

Il terzo fumetto (mio preferito, ma non ditelo a nessuno) parla degli studi delle fibre che possono causare il cancro alla pleura polmonare, come per esempio l’amianto.
Lo facciamo seguendo un macrofago molto dedito al suo lavoro.

I fumetti si possono recuperare – gratuitamente e anche in italiano – qui

Ma basta parlare di me

È troppo tardi per fare una lista di suggerimenti per regali natalizi, anche se, se siete come me, è ben probabile che qualcuno ve ne manchi. Ma siccome i fumetti si possono regalare in qualsiasi periodo vi scrivo su cosa ho messo gli occhi e pianifico di comprarmi in un futuro prossimo


Da un po’ seguo Benji Nate, autrice di Girl Juice, un fumetto sull’adolescenza, che io trovo molto divertente. Ho deciso di non chiederlo a mia mamma per Natale solo perché vorrei leggerlo in inglese, visto che mi sembra che abbia una scrittura vivida, ma se preferite leggerlo in italiano, lo ha pubblicato anche Bao.

Sempre nella lista dei fumetti che io preferisco reperire in UK c’è Roaming di Mariko Tamaki e Jillian Tamaki. Non so nulla di questo nuovo fumetto, ma ricordo che l’atmosfera sospesa di E la chiamano estate era rimasta malinconicamente con me a lungo. Anche questo è disponibile in italiano.

Vorrei leggere Junior High e Crush, due fumetti coming-of-age disegnati dalla fenomenale Tillie Walden e scritti da Tegan e Sara Quin. Ho avuto modo di sfogliarli in libreria e mi avevano fatto sorridere nelle prime pagine.

Mi rendo conto che siano tutti fumetti sul diventare adultə, ma che volete farci: sono una millennial, è il mio marchio di fabbrica.

Buone feste! Ci sentiamo a Gennaio 🙂

WildLife in Cambridge: la newsletter di Ottobre

A fine novembre 2019 ebbi l’idea per un calendario ambientato a Cambridge: tutto partiva dal fatto che qui la fauna, anche selvatica, è molto presente in centro città. Vi ho spesso parlato delle mucche nei parchi,

Per questo avevo pensato di “raccontare di scene di vita cittadina, ma recitate dalla fauna locale”. Avevo però neanche due settimane per portarla a compimento: con i tempi di stampa e di spedizione, ho dovuto.. ehm.. sacrificare sulla realizzazione.


Questi disegni non mi hanno mai convinta molto: hanno un loro che di semplicità e ironia, ma sono troppo statici. Quindi, negli anni a seguire, ho spesso pensato di riprenderli, rifarli, e finalmente dare dignità all’idea. Ma più ci lavoravo, peggio venivano


È stato allora che ho avuto un momento eureka: non mi stavo divertendo.

Come in mille altre occasioni, il segreto (per me) per fare una cosa ben riuscita, è essere sulla stessa lunghezza d’onda emotiva di quello che voglio comunicare. Se una battuta non mi fa ridere, non farà ridere neanche gli altri. E allora: come disegno io un cigno che mi diverta? E una papera? Che dettagli posso mettere per fare degli in jokes con ə lettorə? In meno di un’ora – giuro – ho tirato giù le bozze di metà progetto.


Poi ho iniziato a comporle in illustrazioni, a inchiostrarle, a colorarle.


Infine mi sono iscritta a un mercatino di natale qui a Cambridge, per darmi la spinta finale a fare tutto il resto del progetto. Non è più un calendario, è un librino che racconta un po’ della Cambridge non turistica, la mia Cambridge.

Questi sono render, non li ho ancora stampati.

Al mercatino porterò anche delle copie aggiornate di un (altro) calendario che feci nel 2022, ché tanto l’ho venduto solo in Italia, e poche altre cose: stampe e nuvolini.

– Ehi lo voglio anche io!

Piano piano, non così tantə e non spingete! La questione “vendita in Italia” è un po’ dolente, perché — mannaggiaBrexit — non è facile districarsi fra spese di dogana e altre amenità burocratiche. Se siete interessatə mandatemi una mail entro il 21 ottobre, che poi mando in stampa e devo valutare il numero di copie da fare di conseguenza, ché la mia casa straripa già di libri così com’è adesso. Se riesco a capire come contenere i costi e poter far pagare il libro 14€ (inclusa una spedizione a piego di libri) vi avverto. Attenzione però: anche fosse, la spedizione potrà avvenire solo quando torno in Italia, cioè verso Natale. Quindi non lo comprate come regalo di Natale per qualcuno, vi arriverà troppo tardi.

prevedo un successone.

Ah, e aggiungo: è scritto in inglese, però vi manderei una copia dei testi in italiano inclusa nel pacchetto.

Ma basta parlare di me

Visto che ancora siamo in tempo vi consiglio un fumetto che ho scoperto alla ShortBox Comic Fair di quest’anno

Hibernation guide for Rabbit and Hares di Lauren Adassovsky parla di un gruppo di conigli e lepri che sta per andare in ibernazione in una casa-comune. Oltre a dei disegni tenerissimi, per me questa storia parla di famiglie non di sangue, un tema che mi è molto caro e vicino.

Se invece animali vestiti che fanno cose non vi interessano poi così tanto, ho altri due consigli:

Qualche tempo fa Luciano Perondi, e Silvia Sfligiotti, due fra lə insegnanti che mi hanno lasciato di più nella mia carriera accademica, hanno fatto una chiacchierata sull’insegnamento, che si può ascoltare qui. Da neo-insegnante mi han fatta sentire un po’ meno sola quando ho scoperto che pure Sfligiotti odia dare i voti: non avrebbe più senso dare un commento? Soprattutto all’università, in discipline come l’illustrazione?

Infine, arrivo tardi con questo consiglio, ma potrebbe interessarvi ascoltare il podcast Troubles: una storia irlandese. Una storia che io, avendola sentita raccontare più dalla controparte inglese, conoscevo poco e in maniera edulcorata. Dico arrivo tardi perché ha già vinto un monte di premi, non è che l’abbia scoperto io.

Buon ascolto! Noi ci sentiamo a fine Novembre, ciao!

Homo Sapiens e luminarie: la newsletter di Giugno

Il 17 Giugno a Pisa è il santo patrono, e per la prima volta da circa una decina d’anni ero in città proprio alla sua vigilia, in cui la città si addobba a festa per

Se vi sembra strano che non abbia detto luminaria, è perché in vernacolo pisano la chiamiamo così, senza la seconda “i”, lo conferma pure wikipedia. Io, che mi sono svezzata da troppo tempo dalla parlata pisana, mi confondo spesso e non so più quale sia la versione giusta, che poi è la ragione per cui so che esiste una voce wikipedia a riguardo.

Nei giorni precedenti alla festa, alle finestre dei palazzi vengono messe delle cornici costellate di cerchietti in fil di ferro

In ogni cerchietto verrà poi inserito un bicchiere con dentro una candela accesa

alla fine l’effetto complessivo è abbastanza bello, con le luci dei lumini che si riflettono nell’Arno. E poi si sa, le cose che hai fatto in infanzia ti piacciono per tutta la vita.

Ciao! È stato solo in età adulta che ho scoperto che in altre parti di Italia, per esempio in Salento, esistono delle altre luminarie, decisamente diverse, soprattutto come quantità di luce emessa. Da voi si fanno luminarie di qualche tipo?

Il lavoro che vi racconto questo mese è uscito a inizio Giugno: è un fumetto di 10 pagine che è stato pubblicato sul numero estivo de La Revue Dessinée.

Questa è la copertina, fatta dalla super Sarah Mazzetti

Un breve inciso per chi si è perso cosa è la Revue: è una rivista di giornalismo fatta totalmente a fumetti. Si finanzia solo con le vendite e i crowdfunding, non ha pubblicità di nessun tipo. Il mio articolo parla di una ricerca scientifica condotta da tre ricercatrici (una archeologa, una bioinformatica e una paleoantropologa);

Hanno infatti indagato sulla possibilità che homo sapiens si nutrisse anche di amido, e che questo possa aver portato a un vantaggio evolutivo, e quindi consentirci di sopravvivere, quando invece gli altri homo si sono estinti.

Fra battute di dubbio gusto

Tutorial di cucina


E conoscenza tramandata nelle generazioni

Si cerca di dare una risposta alla domanda: perché al giorno d’oggi siamo rimasti solo noi Homo Sapiens?

Un grande grazie a Massimo Colella che mi ha seguita in ogni fase di stesura di questo fumetto ♥.

I numeri della rivista si possono comprare qui, o potete farvi un regalone e farvi un abbonamento annuale.

Ma basta parlare di me

Oltre alla luminaria, a Pisa ho avuto modo di andare a vedere una mostra incredibile a Palazzo Blu sui lavori di Manuele Fior. È una mostra non grande, ma vedere gli originali di Fior è una bella emozione. Insomma se siete nei paraggi vale una visita, dura fino al primo settembre.

Era un po’ di tempo che volevo comprare Dear Data, un libro su un progetto di Giorgia Lupi e Stephanie Posavec. Per un anno queste due designer di data visualisation si sono mandate una cartolina a settimana, analizzando un aspetto del loro quotidiano e facendone una visualizzazione. Per esempio: quante volte ti sei lamentata questa settimana? Giorgia Lupi lo racconta così:

Questa immagine è stata presa dal sito del progetto.

Questo progetto mi piace molto perché trova a ogni pagina modi nuovi di raccontare storie. Se non conoscete il lavoro di Lupi, questa è una bella intervista che ha rilasciato qualche mese fa.

È un sacco che non vi consiglio un fumetto, ma in realtà da natale a oggi ne ho letti un mucchio. Pian piano mi metto in pari, oggi vi consiglio The Cyan Anthem di Lucia Biagi. Mia conterranea e quasi coetanea, Biagi secondo me ha un talento per trame avvincenti e personaggi tridimensionali. Questo mattone di libro ha anche il vantaggio di non finire troppo presto come molti fumetti fanno. Consiglio moltissimo.

Buona lettura! Noi ci sentiamo a fine Luglio!