Mimose, 8 marzo e pinete marittime: la newsletter di Marzo
Una delle piante a cui sono maggiormente affezionata è la mimosa. Quando ero piccola i miei genitori ne avevano una in giardino, e non c’era nulla di più bello e rilassante
Ancora oggi quando per strada mi arriva una zaffata del loro profumo torno ai miei sette anni, e alla stessa intensa gioia del sapere che sta arrivando la primavera.
Ciao! Spero che anche voi ogni tanto andiate a immergere la faccia in grappoli di mimose. Se non l’avete mai fatto, per favore correte a rimediare.
Questo ultimo mese l’ho trascorso in Italia, tra
e dunque mi sono fatta un 8 marzo italiano per la prima volta da molti anni. Un tempo vedere mazzi di mimose ad ogni angolo di strada durante questa giornata mi faceva arrabbiare molto.
È stato solo qualche anno fa che ho scoperto che
E anche se continuo a pensare che le mimose stiano meglio attaccate ai loro alberi, adesso quando le vedo in giro l’8 marzo mi parlano molto di più.
Questo 8 marzo è stato speciale due volte: non solo per tutta questa storia sulle mimose, ma anche perché ho partecipato all’8 marzo abusivo organizzato da Alterales. Come ha raccontato in questo TedX, sono anni che Alessia ogni 8 marzo attacca per strada dei bigliettini con frasi di festa da regalare a chi vuoi, un po’ come quegli annunci delle case in affitto per studenti
Quest’anno mi ha invitata a partecipare: il mio biglietto era questo qui, un invito a assaporarsi un momento felice e prendersi cura di sé.
Invece il progetto di lavoro di cui volevo parlarvi e che avevo scritto per questo mese è stato rimandato nella sua pubblicazione, cosa responsabile anche per questo ritardo di newsletter: ve ne parlerò a fine aprile! Concludo la parte sui miei lavori condividendovi una pagina del mio sketchbook su altre piante che non mi stanco mai di guardare: i pini marittimi, con i loro tronchi nodosi e danzanti.
Nel periodo bolognese ho cercato di fare incetta di tutti quegli eventi che di solito mi scorrono nel mio feed di Instagram e io sono troppo lontana per raggiungere. Se siete anche voi in zona andate a vedere
Brutta! lo spettacolo tratto dal libro di Giulia Blasi con Cristina Vaccaro e regia di Francesco Zecca. Parla del crescere e del vivere il proprio corpo, fase dopo fase dell’età. È molto divertente e sta facendo una tournée in tutta Italia, quindi magari passa anche dalla vostra città.
Dopo lo spettacolo c’è stato un Q&A con Blasi e Vaccaro, e dopo un po’ è stato affrontato il tema dell’invecchiamento femminile, di quanto su questo le barriere da abbattere siano ancora alte e forti. Io, che mi sto affacciando alle porte della maturità con un misto di anticipazione e timore, sono molto interessata all’argomento. Questo post su substack (che ho scoperto grazie a Tostoini) per esempio mi è piaciuto molto.
Quando ho inizato a scrivere la newsletter c’erano ancora date per lo spettacolo Non tre sorelle. Adesso non è più in programmazione ma ve lo segnalo comunque, casomai mettessero nuove date. Sul palco ci sono cinque attrici: due italiane, che avevano iniziato a preparare Tre sorelle prima dello scoppio della pandemia, e tre ucraine, arrivate in Italia a causa dell’invasione russa. Mentre si trovavano qui è arrivata loro la proposta di far parte del gruppo che avrebbe messo in scena l’opera di Čechov, e questo spettacolo è una sorta di riflessione condivisa sul loro rapporto, adesso, con la cultura russa, con il loro mestiere di attrici, con la loro aspettativa sulla vita. Si piange molto, ci si sente molto piccoli a vedere una testimonianza così forte e onesta.
Il compianto di Niccolò dell’Arca. Ok, questo non scappa, sono varie centinaia di anni che sta lì, quindi potete prendervela più con calma. È un gruppo scultoreo, cioè una composizione di più statue, e non vi metto link perché secondo me le foto non rendono. Io di solito non sono molto mossa dall’arte a tema religioso, su quest’opera invece una lacrima ce l’ho lasciata.
Infine, non ho fatto in tempo a vederla, ma durante la Bologna Children’s book fair ci sarà una mostra a supporto della Palestina: 60 illustratori hanno contribuito con un’opera, e si potranno comprare gli originali. I proventi andranno donati all’UNRWA. Insomma, se andrete in fiera, fateci un salto, qui trovate qualche dettaglio in più.
Noi ci sentiamo a fine Aprile! A prestissimo 🙂