Fiori e stradine, la newsletter di Marzo

Questo ultimo pazzo mese sono stata una trottola in giro per l’Italia:

Ciao! Visto che negli ultimi tempi ci son stati nuovi iscritti (viva, benvenutə!) una veloce contestualizzazione: in Salento ho parte di famiglia, mentre Urbino è la città dove ho fatto l’università, e quest’anno sono tornata a insegnarci.

Mi ero domandata come sarebbe stato tornare laggiù dopo quasi 10 anni di assenza e ripercorrere strade costellate di ricordi. Sarei stata sopraffatta dalla nostalgia? Sarebbe stato alienante? Un po’ lo è stato, non lo nego, ma soprattutto è stato come incontrare un amico di vecchia data: in due minuti il tempo che era passato è diventato puntiforme e io mi sono trasformata in questa strana matrioska

Nel tempo libero ho fatto pellegrinaggio in tutti i miei passaggi segreti

e i miei posti del cuore: è strano sapere che possano esistere posti che, anche se non hai frequentato per anni, continui a sentire intimamente tuo. Mi chiedo quali e quanti altri ne accumulerò nella mia vita.

Visto che siamo freschi freschi di inizio primavera i due lavori di cui vi parlo oggi saranno a tema fiori. Il primo è un’illustrazione di apertura per l’articolo How do plant sense stress? di Hayley Bennett per Chemistry World. L’articolo racconta di come le piante riescano a rendersi conto di essere sotto attacco pur non avendo un sistema nervoso a trasmettergli i segnali di pericolo, ad esempio quando vengono mangiucchiate da un bruco. Per la mia illustrazione ho deciso di lavorare sull’associazione allarme > sirene > campane > campanule, e il team grafico della rivista ha creato una gif con il mio disegno:

Se volete leggere l’articolo – consiglio molto! – lo trovate qui

L’altro lavoro è un wip che stiamo facendo al Makespace, il posto dove faccio coworking. Tutto è iniziato a dicembre, mentre stavo facendo alcuni regali di natale con la laser cutter, fra cui questo bouquet di fiori di legno.Ero lì alle prese con gli acrilici

Quando Jonathan (l’amministratore dello spazio) mi ha raccontato che stavano pensando di decorare il muro di entrata del coworking e che i fiori che stavo facendo gli sembravano interessanti, visto che prima quel posto era occupato da una fioriera.

Due mesi dopo mi sono messa a lavoro con Kester, un altro illustratore del Makespace, e abbiamo disegnato un murale unendo le nostre forze. Questa è la bozza che abbiamo fatto.

Poi io sono partita per i miei viaggi lasciando il povero Kester a smazzarsi il primo prototipo: però guardate che meraviglia che ha fatto!

(questi sono quasi tutti disegni suoi, la mia parte arriverà un po’ più in là)

Adesso spero che i prossimi mesi mi permetteranno di dedicarmi un po’ a farne anche io un pezzetto. Vi aggiornerò a murale completato!

Finisco la parte relativa ai miei lavori con un annuncetto: il mio libro sta uscendo in Australia e Nuova Zelanda! Per la prima volta posso davvero leggere la traduzione, e hanno fatto un lavoro magnifico, qui invece c’è la copertina:

Ma basta parlare di me

Dopo che mi è stato consigliato da varia gente, ho finalmente letto e posso consigliarvi di fare altrettanto con Circe, un romanzo di Madeline Miller, in cui l’autrice fa una rivisitazione del personaggio vista in prima persona. Avendo conoscenza zero di mitologia greca non avevo spoiler di cosa sarebbe successo ai personaggi che vengono raccontati. Forse per questo, forse solo perché è scritto bene, mi ha incatenata alle sue pagine ed è stato uno di quei libri che ti porti sempre dietro “casomai avessi cinque minuti liberi in coda al supermercato, almeno lo continuo”.

Edith Pritchett è una fumettista che fa vignette per il Guardian, e ultimamente è presente nel 90% delle chat con le mie amiche per dire “this is sooo me” tutto il tempo. A volte quando sono giù me la vado a rileggere, e anche se conosco già tutto il suo account instagram mi fa tornare un po’ il buonumore.

Correte tutti là! Noi ci risentiamo a fine aprile. Ciao!

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