Plant lovers: la newsletter di Gennaio

Nella prima casa in cui ho vissuto da studentessa universitaria avevo un mobiletto

Al che il mobiletto fu soprannominato “il patibolo” sancendo così la mia zero attitudine al giardinaggio. E visto che sono contro la pena di morte, il patibolo smise di essere usato come portapiante, e rimase semplicemente a fare disordine in casa.


Tipo così.
Ripensavo a questa storia qualche giorno fa mentre discutevo animatamente con mia zia sui vantaggi di avere una lombricompostiera per farsi il terriccio in casa, così da personalizzarlo per le esigenze di ogni pianta.

No ma è tutto ok, eh. Il poster in mezzo alle piante è di Eve French

Ciao! La volta scorsa vi avevo chiesto di farmi sapere cosa ne pensate della mia newsletter (lo dico per i nuovi arrivati, non perché penso ve lo siate scordati). A chi mi ha scritto tutte quelle cose bellissime mando un collettivo grazie, siete stati da abbracci ♥.

Una delle cose che è emersa è il fatto che vi piacerebbe che a volte raccontassi dei processi di lavoro: oggi mi sono un po’ dilungata a raccontarvi delle mie stragi vegetali di gioventù (il mio senso di colpa è tale che di solito ai vivai scelgo le piante più ammaccate per cercare di rimetterle in sesto), però ho già pensato a cosa vi racconterò nella newsletter di Febbraio. Non state troppo in fibrillazione, mi raccomando.

Ma basta parlare di me

Spero che siate tutti orecchie perché, beh, perché ho un paio di cose da ascoltare da consigliarvi:

Prima di tutto un audiolibro: Guida il tuo carro sulle ossa dei morti di Olga Tokarczuk è uno dei libri più divertentemente scritti che mi è capitato di leggere, o in questo caso di ascoltare, da un bel po’ di tempo. La lettrice è Aurora Cancian, e fa un lavoro davvero superbo: è uno di quei casi in cui penso che l’audiolibro superi il testo solo scritto, perché la mia testa non avrebbe mai potuto interpretare così sinergicamente quelle parole.

Poi una puntata di un podcast: Problemi con i TERREMOTI è la nona uscita del podcast Problemi di Jonathan Zenti e racconta del terremoto del 2016 di Norcia. Avere l’empatia di raccontare una tragedia senza scadere nella retorica di eroismo non è cosa che sanno fare in tanti. Si piange molto ascoltando questa puntata, vi avverto. E vi avverto anche che la intro dura 20 minuti, non scoraggiatevi a metà.

Infine qualcosa da leggere e guardare: il fumetto di Eleanor Davis Giving thanks in 2020 uscito per il New York Times.

Di lei vi avevo già consigliato il libro The hard tomorrow qualche mese fa. A me non riesce fare riflessioni sull’anno passato, ma mi serve che qualcun altro le faccia per me per fare uscire delle emozioni che altrimenti mi ristagnerebbero dentro – magari serve anche a voi.

Oh, ma io mi stavo per dimenticare! Non vi ho detto il risultato del sondaggio più importante della newsletter scorsa:

Rulli di tamburi eeee: niente, saranno i colori che ha scelto Google, ma praticamente sono state le presidenziali americane.

Mentre aspettiamo che i pandori prendano d’assalto Capitol Hill vi saluto. Ci sentiamo a Febbraio!

fatto! Ci sentiamo a fine febbraio 🙂

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