Biblioteche prestigiose e quella peste di Gauss: la newsletter di Febbraio

Qualche mese fa sono stata per la prima volta dentro la biblioteca universitaria di Cambridge.

Dentro sembra invece di stare su un set cinematografico della vita di Turing o di Stephen Hawking: legno e libri ovunque. Da una parte, non nego, quest’atmosfera fa un effetto galvanizzante. Ti sembra di avere accesso a tutta la cultura umana e in un certo senso fa venir voglia di studiare. Dall’altra ha un che di alienante, e, come tutto ciò che è legato all’università di Cambridge, ti fa sentire fuori posto, non appartenente. Non aiuta che chi non fa parte dell’università debba pagarsi l’accesso, e anche allora non abbia gli stessi diritti di consultazione. D’altronde parte del prestigio di questa università sembra fondata sul creare classi di privilegio.

No, giuro, fan robe così.

Un giorno, mentre mangiavo il mio pranzo sulle scalinate d’accesso, rimuginando che prima o poi vi avrei scritto di questo posto, ho notato che la cabina telefonica di fronte alla biblioteca è in realtà il posto dove inserire i resi dei libri fuori orario di apertura.

Che incidentalmente è quella che avete visto all’inizio.

Ero lì intenta a scattare quando si avvicina un signore.

Tu pensa. Tornata all’interno ho googlato il suo nome, Giles Gilbert Scott, e mi sono apparse altre sue creazioni

Un evidente appassionato degli elementi ricorrenti. E, come dire, adesso sono più clemente con me stessa quando dei miei progetti non spiccano per originalità.

Ciao! Alla fine le mie avventure con la biblioteca non sono durate più di un mese, perché tre giorni dopo che avevo richiesto l’accesso c’è stato un super attacco hacker che ha messo ko gli archivi digitali di tutto il Regno Unito, tuttora irrisolto, e quindi le cose che volevo consultare non erano più accessibili.

In questi mesi di silenzio sono arrivate tantissime persone:

In realtà devo ringraziare la nuova newsletter di MaddMaths!, che mi ha consigliata su Substack: e se quindi siete degli amanti della matematica sarete contenti del progetto che vi racconto oggi.

Per un libro per le scuole medie, Assi in Matematica, le editor di Rizzoli hanno chiesto a me e a Claudi Plescia, fenomenale fumettista, di scrivere delle biografie a fumetti di matematicə famosə. Saranno usate come aperture di capitolo e le persone raccontate sono state scelte per il loro contributo sull’argomento del capitolo stesso.

Per esempio nel capitolo sulle radici quadrate si è parlato di Pitagora e di come non prendeva bene il fatto di essere preso in errore

O abbiamo introdotto il capitolo sull’algebra parlando di al-Khwarizmi. Se il nome vi suona familiare è perché

È stato un lavoro divertentissimo, e ci hanno lasciato estrema libertà, accettando di far sapere al mondo quanto Gauss fosse odiato dai suoi insegnanti

O condividendo lo sconforto di Carthwright nel dover imparare le cose a memoria

I definitivi dei disegni sono stati affidati alla formidabile mano di Giacomo Agnello Modica. È stato molto bello vedere reinterpretare le mie bozze con il suo stile.

Ne potete trovare altre qua.

Ma basta parlare di me

Dopo l’oscena vicenda del comunicato della RAI, Giulia Blasi ha scritto considerazioni interessanti che condivido a pieno e che credo valga la pena leggere. Sono parole scritte prima dei minuscoli segnali che stanno arrivando dal governo, ma hanno validità anche al di là di questa singola questione. In ogni caso

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Ricami e serigrafie: la newsletter di Settembre

Disclaimer: questo numero della newsletter sarà molto più personale del solito. Un po’ mi dispiace, perché nell’ultimo mese si sono iscritte un sacco di persone, e comprensibilmente potrebbero non essere interessate ai fatti miei. Benvenutə! E scusatemi, dal prossimo mese ricomincio a parlare di lavoro&co, ma ecco, qualche giorno fa è successa questa cosa qui

Questa foto ce l’ha fatta Chiara Leoni, andatevi a guardare il suo instagram.

E siccome è stata accompagnata da progetti di cucito e illustrazione, oggi parliamo di quelli.

Il vestito

Quando la mia amica Giulia mi ha chiesto se poteva fare il mio vestito da sposa non ci potevo credere: non avrei mai osato chiederglielo, ma lo desideravo fortissimamente.

Il piccolo dettaglio è che lei vive a Monaco, io a Cambridge e non ci sono mezzi di trasporto diretti tra queste due città. Quindi per mesi ci sono stati intensi scambi di pattern (i disegni dei pezzi di tessuto da tagliare) che Giulia disegnava, mi spediva per email e io assemblavo con pezzi di lenzuolo per verificarne le dimensioni.

Un commento ricorrente.

Ci siamo viste di persona solo due volte: come abbia fatto a creare un vestito così perfetto a distanza, con un lavoro a tempo pieno e quattro figli, è davvero un mistero. Inizialmente l’idea era fare un vestito senza spalle, poi vista la mia abituale postura da illustratrice

che procura poco sostegno al busto, abbiamo pensato di mettere anche una camicetta di organza a darmi un po’ di sicurezza e ne abbiamo approfittato per infilarci qualche ricamo che io ho disegnato e lei magistralmente interpretato.

Un dettaglio scemetto ma bello: il giorno prima del matrimonio abbiamo notato che i vicini di casa di Nicola hanno un albero di pepe rosa, e ne abbiamo colto qualche grappolo per usarlo nell’acconciatura: totalmente casuale ma che riprendeva tantissimo i ricami.

Foto fatta con un cellulare in attesa che mi dicessero che erano arrivati tutti gli invitati visto che una delle navette si era persa nelle campagne salentine. Però che golden hour. L’acconciatura è di Valeria Schirinzi.

Le bomboniere

Era da un casino di tempo che volevo provare a fare qualcosa di serigrafia, che però ha il problema che è una tecnica che ha senso utilizzare solo se vuoi produrre tante copie di un tuo disegno.

Io e Nicola abbiamo deciso di serigrafare delle tote bags di medie dimensioni. Volevo disegnare qualcosa che parlasse di noi, ma anche che uno potesse usare senza vergognarsene troppo. Alla fine ho preparato questi due disegni: uno parla del nostro mare, l’altra di campeggio, la nostra attività preferita.

Le abbiamo fatte al Makespace (la mia officina coworking) e.. beh diciamo che abbiamo avuto bisogno di un po’ di tentativi per capire come funziona la serigrafia

ma alla fine ne sono venute fuori di decenti.

Non solo queste due, anzi, queste sono quelle che ci sono avanzate. Ma indovinate chi non ha fatto manco una foto a due venute perfette?

Inviti, menu e liste dei tavoli

Ok, vi mostro due ultime cose! Io, Nicola, e mezzo mondo su instagram, siamo appassionati di animali che fanno cose buffe. Un po’ per quello un po’ perché eravamo a corto di idee, abbiamo deciso di chiamare i tavoli con i nostri animali preferiti, anche loro vestiti a festa: qui una carrellata.

la fa da padrone la fauna australiana e britannica, anche se il nostro tavolo era quello dei dik dik, minuscole antilopi africane con una piccola proboscide.

Il bombo lo abbiamo riutilizzato anche nel menu, visto che il vino servito si chiamava Bombino. Le decorazioni di lucine venivano invece dagli inviti, che avevamo stampato con laminazione dorata prendendoci il rischio che venisse una tamarrata assurda, ma ci è andata bene.

Ma basta parlare di me

O di matrimoni, passiamo ai consigli.

Ho finalmente letto Le otto montagne di Paolo Cognetti e certo, fa un po’ strano consigliarlo adesso visto che è talmente famoso che dubito qualcuno di voi non ne abbia già sentito parlare, MA, se ancora non lo avete letto, è un libro da recuperare. È uno di quei racconti in cui la natura diventa, nella sua placida indifferenza all’umano, uno dei personaggi con cui non si può fare a meno di dialogare e sentir pulsare.

Simone Pace sta aprendo i preordini per la stampa di Sorbo Rosso, un fumetto che ha postato su instagram negli ultimi mesi. Pace ha un segno incisivo e storie che sono un pugno allo stomaco costante. Però, avoja a farsi prendere a pugni così.

Da un po’ di tempo seguo Gia Dong, un’artista di gouache secondo me fenomenale. A giugno ho anche seguito un corso con lei, che ha cambiato un po’ il modo in cui guardo i colori, studio le ombre e cerco di semplificare le forme. I suoi ultimi dipinti di mare sono una danza per gli occhi.

Spero di non avervi annoiati! Noi ci sentiamo con una newsletter più canonica a fine ottobre! Buoni ultimi giorni d’estate!

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Il colore del vento: la newsletter di Luglio

Qualche tempo fa su Reddit ho letto una discussione tenuta da una persona cieca che rispondeva a domande degli altri utenti. Ad un certo punto qualcunə ha chiesto se c’erano cose sul mondo che aveva dato per scontate per via della sua cecità, per poi doversi ricredere in conversazioni casuali avute con amici. Due risposte mi sono rimaste impresse:

 

Se la cosa della doccia è diventata una sfida contro il mio udito ogni volta che mi accingo a farla, l’osservazione sul vento mi ha scatenato una nuova serie di domande. Che colore potrebbe avere il vento?


Ok, queste risposte denotano solo la mia scarsa immaginazione. Ma come potremmo vederlo?

E quindi il nostro parlare diverrebbe visibile come dei

che allora si chiamerebbero venticelli?

Ciao! Se avete idee su come potrebbe essere un vento visibile lasciatemelo scritto nei commenti!

Non so a voi, ma a me la soggettività mediata dai nostri sensi con cui viviamo il mondo che ci circonda ha sempre affascinata moltissimo. È una cosa che mi fa esplodere il cervello da una vita. Per esempio, esattamente 10 anni fa scrivevo queste parole

ok, c’è un po’ di licenza poetica fra queste righe.

Tornando con i piedi per terra, parliamo di cose fatte questo mese. Chi frequenta questa newsletter da tempo già sa che non sono molto un animale da palcoscenico. Nonostante questa mia ritrosia, qualche settimana fa sono stata una felicissima ospite a Co.Scienza, un podcast su scienza e ricerca scientifica condotto da Gianluigi Marsibilio che ultimamente sta facendo una serie di puntate insieme a Nicola De Bellis sul come comunicare la scienza, e da qui la puntata con me, sul disegnare la scienza. È stata una chiacchierata davvero piacevole, ascoltatevi anche le altre puntate perché meritano.

Incredibile ma vero, non è stata la mia unica apparizione pubblica di questo mese: a inizio Luglio il posto dove faccio coworking ha aperto le porte a visitatori esterni durante gli Open Studios, un festival a Cambridge dove atelier di artigiani di varie categorie fanno vedere i loro lavori nei luoghi dove li fanno. Non avendo grandi passati di mostre o mercatini, ho improvvisato con quel che avevo

e ho preparato un segnalibro pieno di cellule di vario tipo.

Infine, in una comparsata pisana, con 350° all’ombra e un’umidità che faceva sudare i sassi, ho tenuto un workshop per bambini sul mio libro, organizzato dalla libreria Gli anni in Tasca. Abbiamo giocato a fare i ribosomi, e, nonostante l’afa, ci siamo divertiti molto.

Ma basta parlare di me

E continuando a parlare di comunicazione scientifica, Nicola De Bellis che co-conduceva il podcast di cui vi ho parlato, tiene anche una bella newsletter sull’argomento. Si chiama La Foresta, la trovate sempre su substack ed è scritta in maniera molto divertente. Correte a iscrivervici!

Appena atterrata a Pisa sono corsa a recuperare L’ultima estate al cimitero, un fumetto di SantaMatita. Lei la seguo da anni sui social e non vedevo l’ora di leggere il suo libro, ma quello che mi ha fatto catapultare in libreria è stata la descrizione che ne ha fatto Tostoini nella sua ultima newsletter, con parole così perfette che non posso far altro che linkarvi. Leggetevi anche tutto il resto della newsletter già che ci siete, non ve ne pentirete.

E con un abbraccio appiccicosetto di sudore vi saluto: ci sentiamo a fine Agosto!

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