Hourly comic day e altre occasioni perse: la newsletter di Gennaio/Febbraio

Nonostante gennaio sia oggettivamente il mese più lungo dell’anno, eccomi qui in clamoroso ritardo con la newsletter. D’altronde in questo periodo anche solo uscire dal letto è un’impresa sopra le mie forze percepite.

Non disperiamoci, arriverà la primavera.

Bentornati! Spero il vostro inizio anno sia stato un po’ più arzillo del mio! La newsletter di fine mese non è l’unico appuntamento che mi è passato davanti agli occhi mentre cercavo di togliermi le cispe: il primo febbraio il mondo del fumetto fa l’hourly comic day: un diario della giornata a cadenza (più o meno) oraria. Se volete vedere dei begli esempi, quello di Zoe Si è stato molto carino, come pure quello di Isabel Greenberg.

Io ho approfittato di un viaggio in treno il 3 febbraio per farne uno retrospettivo ma veritiero: il fatto che la mia giornata fosse particolarmente noiosa è solo un caso, di solito ho una vita scoppiettante.

Tipo boh, a volte faccio la doccia oppure mangio del cibo non in lattina. Follie.

Sorvolando sulla mia dipendenza da podcast del Post, il lavoro di cui vi parlo oggi è un’illustrazione per rivista fatta per Education in Chemistry sulla crescente difficoltà a trovare (e tenere) insegnanti di materie scientifiche in UK.

Vi sarà forse arrivata notizia del periodo non certo prospero che stiamo attraversando in UK. Ok, non è bello da nessuna parte, ma ultimamente qui il costo della vita è schizzato alle stelle e i salari stagnano da anni. Per questo tantissimi settori sono in crisi: dai treni al personale sanitario, dalle poste agli insegnanti, appunto. Se vi interessa, ne hanno parlato a Globo la settimana scorsa, potete recuperare qui la puntata. Queste sono state le mie bozze, abbastanza autoesplicative

La mia preferita era la prima, mentre loro hanno scelto la seconda. Qui l’immagine definitiva e, a posteriori, in effetti era forse più interessante.

Ma basta parlare di me

Questo Natale mi ha portato ottimi fumetti:

questa foto sfuocatissima rappresenta il mio bottino la mattina del 25, poi si è aggiunto anche un Riad Sattouf nell’ultimo volume dell’Arabe du Futur, un’autobiografia in 6 puntate.

Non so consigliarvene uno sopra gli altri, sono tutti notevoli per motivi diversi. Io ho un debole per gli inchiostri de La Came, che potete vedere all’opera sul suo instagram ed è abbastanza ipnotizzante.

Invece per la prima volta da quando tengo la newsletter vi consiglierò una serie da guardare. Severance è una serie di fantascienza basata su un mondo in cui una grossa azienda ha trovato una tecnologia per dividere la memoria dei suoi dipendenti, in modo che non ricordino quello che succede durante le 8 ore di lavoro e vivano così questa doppia vita, una “dentro” l’ufficio e una “fuori”.

Da questa premessa si apre un mondo di possibilità narrative: come si sviluppa la personalità di un individuo che ricorda solo quello che gli succede in ufficio ma sa che vive parte della sua vita in un “fuori” che non vedrà mai? La seconda stagione arriva fra un anno e io sto a contare i minuti.

Mi sa che non ha senso riscrivervi tra due settimane, quindi diciamo che questa è stata la puntata di Gennaio/Febbraio e ci sentiamo a fine Marzo rinvigoriti dalle giornate più lunghe: ciao!

 

Feste e miele: la newsletter di Dicembre

Una cosa bella dell’essere millennial è la completa libertà autoproclamata di fare il natale a casa dei tuoi come quando avevi quindici anni: condividendo la stanza con tua sorella minore e preoccupandoti solo di non lasciare troppi capelli nello scarico della doccia, pena le ire genitoriali.


Ciao! Spero che questo natale vi stia trattando bene e con cospicue dosi di burro. E salutiamo il 2022 con l’ultimo header messo in un punto a caso all’inizio della newsletter


Dal 2023 infatti accetterò il consiglio di Substack e lo metterò in cima. Ancora devo capire se riuscirò a decidere se farne uno fisso e definitivo o continuare nella mia indecisione cronica – alla fine questa cosa dell’header che cambia ogni mese è quanto più brand identity possa immaginare per me stessa. Altre cose che Substack vi permette di fare: commentare e mettere cuori alle newsletter. Se vi va, mi fate felice, se non vi va, vi capisco: io non lo farei mai.

Il mio dicembre è stato pieno di progetti, che probabilmente vi distillerò nei mesi a seguire, visto che sarò molto presa da due lavori lunghi e che non potrò farvi vedere. Uno di questi però ve lo posso raccontare: qualche mese fa è successa questa cosa


Se non è chiaro dallo screenshot, parafraso: quest’anno sarò docente all’ISIA di Urbino, e il mio stato d’animo a riguardo altalena tra


Insegnerò “editoria scolastica” anche se la descrizione del corso sarebbe stata meglio definita da “comunicazione visiva della scienza”. È per me una cosa gigante: l’ISIA è stata anche la mia università, ed ho una stima enorme per il modo in cui mi ha formata. L’incarico è solo per un anno, poi vedremo come andrà, se sarò capace, e se fare la spola tra Cambridge e Urbino sarà fattibile, ma anche se durasse solo una stagione andrà benissimo uguale.

Per le cose divertenti da vedere invece vi racconto un’etichetta che ho fatto per dei vasetti di miele prodotti dal dipartimento di Biochimica di Cambridge.


Il ricercatore che mi ha coinvolta, Eyal Maori è un collaboratore di vecchia data: per lui avevo già fatto varie cose, tra cui questi disegni che ho raccontato in un vecchio post del blog (se avete cinque minuti leggetelo, sono ricerche molto interessanti!). Eyal studia metodi di trasmissione dell’RNA fra organismi di una data specie, fra cui le api. Quest’anno il suo alveare, che si trova all’orto botanico della città, ha prodotto più di 100 kg di miele! Non è stato possibile usarlo tutto ma, vista la quantità, il dipartimento ha deciso di fare dei vasetti da regalare ai collaboratori.

Non avevano grandi richieste: solo di fare le api in maniera un po’ fumettosa. Dopo aver fatto qualche primo sketch veloce per immaginarmi un po’ la dinamica dei disegni,


ho disegnato le prime bozze. Ancora non sapevamo la dimensione dell’etichetta, per cui servivano per delineare più che altro i soggetti.


Hanno scelto le api in toga universitaria, per legare il miele alla ricerca scientifica e abbiamo deciso che sullo sfondo avremmo messo il profilo della cappella del King’s College, che è un po’ il simbolo dell’università di Cambridge. Alla fine l’etichetta è venuta così


Eyal ha tenuto da parte un vasetto di miele per me, e devo dire che è davvero buonissimo. Se vi interessa leggere di questo progetto, lo hanno raccontato su questo sito.

Ma basta parlare di me

E parliamo di autrici e autori bravissimi.

Kate Beaton è una delle mie fumettiste preferite. Se non suonasse troppo infantile, direi che è LA mia fumettista preferita. Autrice di comic strips, l’ho sempre amata per il suo tratto, la sua intelligenza, il suo umorismo, la sua espressività. Questo autunno è uscito Ducks, il suo primo romanzo a fumetti, in cui racconta la sua esperienza di lavoro in delle sabbie bituminose canadesi. Ducks non è un romanzo ironico, anzi: parla di violenza di genere e di lavori de-umanizzanti. Del dramma del non avere risorse nel posto che chiami “casa”. Di sorellanza, di meccanismi di sopravvivenza. Non potrei consigliarlo più di così.

Giulia Sagramola recentemente ha fatto un fumetto per The Nib svelando lo schema ponziano dietro il mestiere dell’illustratore. È un fumetto geniale e così vero che dovrebbe essere distribuito nelle scuole d’arte. Che almeno ci si entri consapevolmente in questo mestiere. Ah, tra l’altro lei tiene una bellissima newsletter: iscrivetevici!

Finalmente sono ripassata con calma da Pisa e sono potuta andare a vedere di persona il murale fatto da Dottor Pira in memoria di Tuono Pettinato a Giugno scorso durante il festival Giorni di Tuono.


Tuono continua a mancare tanto, a spuntare ovunque e a ricordarci come dovremmo fare fumetti. Se passate da Pisa e volete dirgli ciao, il murale si trova alla biblioteca di San Michele degli Scalzi.

Noi ci sentiamo ad anno nuovo! Buone feste!

Vacanze e premi: la newsletter di Novembre Newsletter

Andare in vacanza in Australia fra ottobre e novembre mi era sembrata un’idea geniale in partenza


Le cose non sono andate propriamente così: l’Australia stava vivendo una delle primavere più fredde e piovose a memoria umana, e io ho scoperto che, se il resto del mondo non è in vacanza, continuano a succedere cose mentre tu sei via e le troverai accumulate ad aspettarti al tuo ritorno.


Ciao! Vi era sfuggito che ho fatto due settimane in Australia e ho tenuto un diario di viaggio/newsletter che ha ricevuto un 100% di 5 star reviews (in un sondaggio condotto su mia sorella e la mia amica che era con me in vacanza)? Niente paura: la potete recuperare qui.

e già che ci sono, mi riciclo l’header che avevo fatto per quella newsletter anche qui.

Immagino che qualcuno di voi si sarà chiesto


Se quelle due settimane coincidono con Lucca Comics&Games, credetemi, tanti.

Quest’anno Lucca ha visto anche due altre bellissime notizie: il progetto Comics&Science ha vinto il premio Gran Guinigi 2022 per l’iniziativa editoriale. Ormai lo saprete che Comics&Science è un po’ la mia famiglia nel fumetto italiano, per cui potete immaginare il mio orgoglio riflesso.

(se non ve lo riuscite a immaginare, doveva apparire più o meno così: quella intorno a me è una foresta pluviale)

Ma non è l’unica buona notizia: il premio è stato vinto ex aequo con un’altra realtà editoriale in cui ho partecipato, che, guarda caso, voleva proprio essere il progetto di mio lavoro di cui vi parlo oggi: La Revue Dessinée.

Se già non la conoscete, un veloce recap: La Revue Dessinée è una rivista di giornalismo a fumetti, è totalmente indipendente, fa articoli curati benissimo, paga bene i suoi autori, non vende su amazon, dovreste abbonarvici. Come ci si abbona?

Qui.

Per i suoi articoli la redazione mette in coppia unə giornalista e unə fumettista. Io ho lavorato con Ylenia Sina, una giornalista che ha fatto un reportage sul disagio abitativo in Italia, cioè sull’esperienza delle persone che ad un certo punto si trovano a non riuscire più a pagare l’affitto e vengono sfrattate. Io ho tradotto la sua inchiesta in forma di fumetto.


Lavorare in questa maniera è stata una cosa nuova per me: ho delle idee ben precise sul ritmo di lettura che un fumetto dovrebbe avere e della funzione narrativa di testo e immagine. Però di solito, visto che sono io a fare anche la parte di contenuti, la penso in forma di fumetto già in partenza. È stato quindi molto interessante lavorare con le parole di un’altra persona e intrecciare i nostri due stili narrativi.

Il numero 3, quello con la mia storia, sta uscendo in questi giorni: a me sono arrivate le copie stampate e sono bellissime: guardate che spettacolo la copertina di Manuele Fior.

Ma basta parlare di me

Ultimamente sto facendo un po’ di ricerche su illustratori scientifici per una novità che vi racconterò presto. È così che sono venuta a scoprire

Una illustratrice/fumettista di wildlife, Claire Spiller (qui trovate il suo sito web, ha anche un etsy con delle stampe carine). Ha fatto delle zine sui corvi e sui gabbiani che spero rimetterà presto in stock perché quando sono arrivata erano già state tutte vendute. Non rubatemi il posto c’ero prima io.

Un illustratore di infografiche scientifiche, Mark Belan, che ho trovato interessante non solo perché fa cose parecchio belle, ma perché sul suo account Twitter spesso racconta anche un po’ della vita dell’illustratore scientifico e del mestiere in generale.

Non c’entra nulla con scienza e illustrazione, ma vi consiglio caldamente di provare una ricetta: questi “tiramisù” vegani di Cucina Botanica. Io li avrei chiamati più che altro delle cheesecake, ma poco importa il nome, sono buonissimi. E li abbiamo provati con vari ospiti, tutti entusiasti, quindi un po’ di metodo scientifico in questa raccomandazione c’è. Nota del cuoco (perché li fa sempre Nicola): in realtà non si preparano in 15 minuti, perché dopo averli fatti conviene lasciarli in frigo per qualche ora.

Ci sentiamo a fine dicembre! Ciao!

ps: in fase di revisione newsletter qualcuno mi ha detto che non coglieva la citazione delle prime vignette. Non è per accusare nessuno eh, ma ragazzi dai, le basi, LE BASI!