Conigli e proteine: la newsletter di Febbraio

Errata corrige
Prevedibilmente, 5 minuti dopo avervi mandato la prima newsletter mi sono resa conto che il libro che vi avevo consigliato non si intitola “Mio caro amico killer”, bensì “Mio caro serial killer”

Ma benvenuti! E bentornati! Come si sta laggiù in Unione Europea? In nord Italia pare non benissimo, a giudicare dalla mia bacheca di twitter. Qui invece, più che Elisabetta, è la tristezza a regnare sovrana, perlomeno dentro di me.

Nonostante lo sconforto dovuto a Brexit (che secondo questo interessante articolo del The Atlantic era un po’ prevedibile per via di tutto il decorso storico del Regno Unito) il 2020 mi sta vedendo attiva e propositiva ad affrontare di petto le varie piaghe che mi ritrovo nel cervello.

Son problemi. E van risolti. Ad esempio: vorrei fare dei disegni di un certo tipo ma non ho ancora trovato nessuno che voglia pagarmi per farli? E io li faccio uguale. Siccome però senza darmi una deadline non sono capace nemmeno di scaccolarmi, ho deciso di partecipare a qualche concorso, altra cosa che finora avevo evitato come la peste (sottopormi a giudizio? Siamai).

Questo disegno l’ho mandato al World Illustration Award 2020 dell’AOI nella categoria “Illustrazioni scientifiche”. Quando, nel questionario di presentazione del disegno, mi hanno chiesto quale fosse l’utilizzo che avevo pensato per questa illustrazione ho risposto con un: “non sarebbe forse bellissimo se i nostri libri di biologia avessero recettori di membrana che giocano a pallanuoto e proteine canale danzanti, invece dei noiosi iceberg intramembrana che siam soliti vedere?”. Chissà se coglieranno la retoricità della mia domanda: vi direi che vi tengo aggiornati su eventuali nomine in long-list, ma siamo tutti molto realistici e diciamo che anche stavolta ha vinto lo sport.

Ma basta parlare di me

E passiamo a cose belle fatte da altri. Come al solito vi propongo

Un fumetto
(Perché di fumetti non sentiremo mai di averne consigliati abbastanza.)

La genitorialità è un tema che mi mette sempre in difficoltà: se già è difficile decidere la forma del tuo nuovo paio di occhiali, come fa la gente a fare una scelta che la condizionerà letteralmente per il resto della vita?

Il disegno è di Sara Menetti

Se siete (o siete stati) di quelle persone che hanno idee chiare su questo fronte: beati voi. Se invece come me siete solo un concentrato di dubbi e di mancati istinti procreativi, potreste trovare una spalla amica in questo incredibile diario di Sara Menetti: il Pregnancy Comic Journal, fruibile gratuitamente su schermo qui o su carta ben spesa qui. Credo che raccontare di un tema così intimo in maniera così onesta sia difficilissimo, soprattutto in un contesto narrativo che va per estremi: o di gioie della maternità, o di quelle della non maternità. Sara ci è riuscita con grazia e delizia grafica. La chiamo per nome perché digitalmente ci conosciamo: è una delle poche persone che seguo attivamente su Instagram e dovreste farlo anche voi. Posta di fumettini, ceramiche e lavori a maglia. Cosa chiedere di più?

Un narratore

Quando coloro mi annoio molto, e purtroppo quando mi annoio tendo a cercare di limitare il tempo dedicato all’attività in questione. (Spoiler: non è una buona ricetta per fare della roba bella.) Per questo, da un paio di anni, ho iniziato ad ascoltare libri mentre coloro: il ricatto di spegnermi la storia quando finisco le tavole mi induce a dedicarmi a ombre e sfumature con rinnovata e genuina passione. Questo mese in particolare devo accendere un cero a Fabrizio Gifuni nella lettura de Il Colibrì (scritto da Sandro Veronesi, e se non vi nutrite di audiolibri, comunque leggetelo, è un testo molto bello). Il delicato accento toscano che tira fuori è da morsi – morsi amorosi, tipo quelli che dai a una pizza fritta – e se non vi ho convinto con la storia della colorazione sappiate CHE MI HA PURE PORTATA IN PALESTRA tanto avevo voglia di avere una scusa per continuare ad ascoltarlo. Se non è magia questa.

Un’attività

Il 9 marzo sarà di nuovo luna piena. Tornato dal Giappone, il mio ragazzo mi ha raccontato che laggiù si dice che sulla luna ci sia un coniglio, nel senso che le macchie lunari delineano una forma di coniglio.
Incredula sono andata a controllare e oh, hanno ragione!

Ora, secondo me è più divertente se ve lo andate a cercare da soli – e di qui il mio consiglio a guardare la luna il 9 marzo – se no qui potete vederlo in anteprima su wikipedia. Se poi siete curiosi di sapere quale coniglio avevo visto io (che non c’entra nulla con quello giapponese) cliccate qui. E se avete altre interpretazioni e volete mandarmele, sarò ben felice di vederle.

Vi consiglierei anche di andarvi a vedere Parasite, ma dubito che se i 10.000 oscar vinti non vi hanno invogliato, sarà il mio parere a fare la differenza. Comunque è bellissimo. Andateci.

Siamo dunque arrivati alla fine della newsletter! Noi ci risentiamo a fine Marzo: se i consigli di sopra non bastano a riempirvi i prossimi 30 giorni, qui potete leggere l’inizio del mio libro. CHE DA DOMANI SARÀ IN LIBRERIA. AAAAAAAAH. ciao!

fatto! Ci sentiamo a fine marzo 🙂

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Pro-pro-prova: la newsletter di Gennaio

Una delle domande che mi pongo più spesso a gennaio è quando si deve smettere di fare gli auguri di buon anno alla gente che non si vede da dicembre. Qui in Inghilterra ad esempio continuano a farmeli anche se siamo già invasi da cuori e frasi stucchevoli in vista di san Valentino, e chi sono io per andare contro alle regole di bon ton anglosassone?

E iniziamo in dodicesima con una notizia bomba: ho finito il libro!

Per chi non lo sapeva: ho scritto un libro. E l’ho pure finito! Già. Pazzo eh? A volte la notte sogno che mi arriva la copia cartacea e trovo un refuso in prima pagina. Mi sveglio e decido di non controllare, che tanto oramai è troppo tardi per correggere: è addirittura già possibile preordinarlo online!

Se già l’impazienza potrebbe bastare a mangiarmi le viscere, sono anche in quello stato d’animo da post esame, quando l’adrenalina ti è calata di botto e la tua routine casa-biblioteca-letto si è spezzata e ti svegli la mattina chiedendoti il senso dell’esistenza ora che è tutto finito.

Anche perché ora il danno è fatto, e ho scoperto quanto sia divertente scrivere libri. E chi ce la fa a tornare indietro tutto d’un colpo? Per questo nel tempo libero sto lavorando a un’altra storia, questa volta senza scienza in sottofondo. Non ho ancora un editore (c’è un editore in sala per caso?), quindi per ora si parla di aria fritta e di bozze fatte a tempo perso.

Ma basta parlare di me.

Nella speranza di invogliarvi a iscrivervi a questa newsletter vi avevo promesso che avrei parlato anche di cose belle in cui sono incappata nell’ultimo mese. Sono ancora un po’ incerta di come strutturare questa parte di newsletter e quindi, per evitare di darmi delle regole che poi non so seguire, facciamo che sarà tutto un po’ a caso. Esattamente come il resto, sì. Per esempio, il fumetto che vi sto per consigliare l’ho letto due mesi fa, e così ho già sforato l’unica premessa che avevo fatto.

Un fumetto

Per il mio compleanno mi sono autoregalata La casa di Paco Roca, poi mi è piaciuto così tanto che l’ho fatto per natale anche a un mio amico (no, non la mia copia, ovviamente). Quindi lo consiglio anche a voi, però vi avverto: leggetelo se siete in un periodo emotivamente stabile, perché comunque vi farà a brandelli il cuore. È la storia di tre fratelli che devono ristrutturare la casa del defunto padre per venderla – e dei ricordi e delle relazioni familiari. I libri sui genitori, e in particolare sui padri, per me sono sempre molto intensi. Forse perché con mia mamma ho un rapporto più quotidiano e confidenziale e così so sempre come sta e cosa pensa, mentre mio papà è una persona riservata, che con noi figli tende a essere papà prima che persona. E questo genere di libri ti fa vedere dall’esterno che i genitori hanno una loro vita, delle loro emozioni, delle loro aspirazioni e delle passioni, e che non sono solo relazionate alla tua di esistenza, come hai creduto per i tuoi primi 24 anni di vita. E implicitamente ti dicono di non perdere tempo ora che sei adulta e vai a conoscere anche questo lato di loro.

Un libro

Da brava signora di mezza età qual sono ho scoperto che mi piacciono i gialli e, con grande senso di osservazione, ho notato che il fattore comune a questo genere non sono i delitti, bensì il cibo, descritto con minuzioso dettaglio dagli autori.
Dopo aver compatito le scelte gastronomiche a base di fish&chips di Cormoran Strike (scritte da Rowling sotto pseudonimo) e essermi fatta venire l’acquolina sulle ricette raccontate da Carofiglio, sono stata introdotta ai libri di Alicia Giménez-Bartlett. Quello che ho letto io e vi consiglio è “Mio caro serial killer” che però è pure l’ultimo che ha scritto della serie con protagonista Petra Delicado, magari voi che siete in tempo potete iniziare dal primo. Molto ironico e divertente mi ha tenuta incollata al sedile tutte le 9 ore di viaggio Pisa-Lecce. Se ve lo stavate chiedendo, loro mangiano cocido. E tapas. E panini al salame. Spoiler!

Una talk

Ultimamente sono parecchio interessata ai polpi. Lo so che è di moda, ma è una moda che cavalco volentieri, e per questo non mi faccio remore a consigliarvi questo seminario di Danna Staaf: “Squid Empire: The Rise and Fall of the Cephalopods”, Lei racconta le cose in maniera divertente e ad un certo punto ci mostra quanto grandi dovevano essere i cefalopodi del cretaceo. Ricordatevelo la prossima volta che ordinate un’insalata di polpo al ristorante.

Beh, si è fatta una certa e quindi passo e chiudo qui. Ciao! Buon anno!

fatto! Ci sentiamo a fine febbraio 🙂

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Impronte digitali

È da quando ho tipo 14 anni che so che una volta che inizio a scrivere poi vado avanti più o meno liscia, ma che mettere la prima frase su carta mi fa perdere ore e litri di sudore di meningi spremute.

Sarà per questo motivo che non sono attiva sui social:

Devi essere incisiva e divertente, e dire pure qualcosa che secondo te vale la pena di essere letto. Capirete che ho anche altre cose da fare nella vita che stare davanti a un cursore lampeggiante, e quindi faccio prima a stare zitta.
Come soluzione a questo problema ogni tanto scrivo su questo blog che sono ancora viva.

Altrimenti chi lo vedrà mai? Insomma non se ne esce.

O sì? È un bel po’ che ci ragiono e ora è gennaio e c’è quell’odore di buoni propositi nell’aria che o mi porterà a iscrivermi in palestra o ad annunciare che

Ho deciso di fare una newsletter

E se ti vuoi iscrivere puoi cliccare questo link. O questo. O questo, è sempre lo stesso link, insomma clicca.

Sarà mensile o poco più (almeno nei progetti), la manderò nell’ultima settimana del mese. Vi racconterò un po’ di aggiornamenti sui miei disegni ma anche di cose belle fatte dagli altri, non vi preoccupate. Ti sei perso il link perché stavi ballando di gioia all’idea di questa favolosa novità? Rieccolo qui!
Odi le newsletter perché ti intasano il poco spazio rimasto nella tua casella di posta? Niente paura, la rimetterò anche qui sul blog, ma devi venire a cercartela da solo, che altrimenti siamo punto da capo.

Vi sento chiedere nelle vostre testoline “ma come farà la gente a sapere che fai ‘sta pagliacciata se non lo posti sui social ogni mese?”. Un problema alla volta. Poi vediamo.

Intanto iscriviti.

fatto! Ci sentiamo martedì 🙂

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