La vita in UK e altri viaggi: la newsletter di Aprile

Avendo ormai trascorso praticamente metà della nostra vita adulta in Regno Unito, io e Nicola abbiamo deciso di prendere la cittadinanza britannica. Per farlo bisogna

E superare un test di cultura generale, in cui impari che

Il peso della cultura britannica, penna su ipad, 2023

Ciao! Da quanto tempo non date un esame?

Per me erano circa 9 anni, più o meno da quando vivo qui in UK. E in più questo era un esame di sola memoria di nomi e date, la cosa in cui mi sento meno portata in assoluto. Dopo aver studiato il libricino su cui ti interrogano (160 pagine fitte di cose da mandar giù a mente) sono entrata in uno stato di trance.

La notte il mio cervello continuava a farmi le domande dei test invece di lasciarmi dormire

Di giorno mi sentivo come se stessi giocoleggiando con tutte queste nozioni

e che se mi fossi distratta anche solo un attimo

Comunque è fatta: l’ho passato! Uscita dalla stanza dell’esame mi sentivo come quando porti un sacchetto pesante per tanto tempo e poi ad un certo punto lo lasci andare e senti le braccia immensamente leggere. Così, ma con il cervello.

Fra questo esame, l’ultima discesa a Urbino e le vacanze di pasqua, Aprile è passato in un soffio e già sono proiettata verso il mio Maggio. Una delle cose che mi aspetta è un viaggio ad Amsterdam, per fare un intervento durante il giorno di apertura di Imaginary, una mostra itinerante su arte e matematica.

Visto che vado lì a parlare mi hanno chiesto di fare per loro anche la locandina per annunciare i vari eventi: volevano che unissi la città di Amsterdam con alcune delle visualizzazioni di concetti matematici che si vedranno in mostra. Ho lavorato con i riferimenti che mi hanno mandato mescolandoli con elementi della città, come le forme dei tetti delle case sui canali e, ovviamente, le biciclette. Queste erano le bozze

E questa la locandina definitiva, dopo che hanno scelto la prima bozza:

tutti gli elementi in arancione sono rimandi matematici, dalle arance nel cestino (argomento che ha fatto vincere la medaglia Fields a Maryna Viazovska, che ha risolto il problema di come impacchettare delle sfere nella maniera più efficiente possibile in 8 dimensioni) alle nuvole dal profilo frastagliato come quello degli insiemi di Julia.

Vi sarete forse chiesti perché questo mese sono stata puntuale nel mandarvi la newsletter: ho fatto un po’ le corse perché questa settimana è in lettura gratuita il fumetto che io e Ylenia Sina abbiamo fatto per la Revue Dessinnée Italia.

lo potete leggere qui! Correte!

Ma basta parlare di me

Vorrei raccontarvi di qualcosa che ho letto negli ultimi 30 giorni, ma sarebbe inevitabilmente il manuale del Life in The UK, e diciamo che non è alta letteratura.

Però ho ascoltato l’audiolibro de La canzone di Achille scritto da Madeline Miller, la stessa autrice di Circe (che vi ho consigliato il mese scorso). Spesso quando un’autrice o autore mi piace vado un po’ in fissa e mi leggo varie cose scritte da loro. A volte non è una saggia idea, perché i romanzi si assomigliano un po’ troppo, altre invece crea dipendenza. Miller fa parte della seconda categoria.

E giusto ieri è uscito il nuovo libro di Roberta Fulci (radiofonista di radio 3 scienza), Male detto. Parla di percezione del dolore e andrebbe comprato anche solo per premiarla di aver trovato questo titolo. E anche perché lei è talmente brava che lo consiglio a cuor leggero senza nemmeno averlo letto, ma non vedo l’ora di farlo.

Fine dei consigli, ma non sono così crudele, non vi lascio sulle spine. È stato lui. Ora potete dormire sonni tranquilli: ci sentiamo a fine Maggio! E buon 25 aprile!

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Fiori e stradine, la newsletter di Marzo

Questo ultimo pazzo mese sono stata una trottola in giro per l’Italia:

Ciao! Visto che negli ultimi tempi ci son stati nuovi iscritti (viva, benvenutə!) una veloce contestualizzazione: in Salento ho parte di famiglia, mentre Urbino è la città dove ho fatto l’università, e quest’anno sono tornata a insegnarci.

Mi ero domandata come sarebbe stato tornare laggiù dopo quasi 10 anni di assenza e ripercorrere strade costellate di ricordi. Sarei stata sopraffatta dalla nostalgia? Sarebbe stato alienante? Un po’ lo è stato, non lo nego, ma soprattutto è stato come incontrare un amico di vecchia data: in due minuti il tempo che era passato è diventato puntiforme e io mi sono trasformata in questa strana matrioska

Nel tempo libero ho fatto pellegrinaggio in tutti i miei passaggi segreti

e i miei posti del cuore: è strano sapere che possano esistere posti che, anche se non hai frequentato per anni, continui a sentire intimamente tuo. Mi chiedo quali e quanti altri ne accumulerò nella mia vita.

Visto che siamo freschi freschi di inizio primavera i due lavori di cui vi parlo oggi saranno a tema fiori. Il primo è un’illustrazione di apertura per l’articolo How do plant sense stress? di Hayley Bennett per Chemistry World. L’articolo racconta di come le piante riescano a rendersi conto di essere sotto attacco pur non avendo un sistema nervoso a trasmettergli i segnali di pericolo, ad esempio quando vengono mangiucchiate da un bruco. Per la mia illustrazione ho deciso di lavorare sull’associazione allarme > sirene > campane > campanule, e il team grafico della rivista ha creato una gif con il mio disegno:

Se volete leggere l’articolo – consiglio molto! – lo trovate qui

L’altro lavoro è un wip che stiamo facendo al Makespace, il posto dove faccio coworking. Tutto è iniziato a dicembre, mentre stavo facendo alcuni regali di natale con la laser cutter, fra cui questo bouquet di fiori di legno.Ero lì alle prese con gli acrilici

Quando Jonathan (l’amministratore dello spazio) mi ha raccontato che stavano pensando di decorare il muro di entrata del coworking e che i fiori che stavo facendo gli sembravano interessanti, visto che prima quel posto era occupato da una fioriera.

Due mesi dopo mi sono messa a lavoro con Kester, un altro illustratore del Makespace, e abbiamo disegnato un murale unendo le nostre forze. Questa è la bozza che abbiamo fatto.

Poi io sono partita per i miei viaggi lasciando il povero Kester a smazzarsi il primo prototipo: però guardate che meraviglia che ha fatto!

(questi sono quasi tutti disegni suoi, la mia parte arriverà un po’ più in là)

Adesso spero che i prossimi mesi mi permetteranno di dedicarmi un po’ a farne anche io un pezzetto. Vi aggiornerò a murale completato!

Finisco la parte relativa ai miei lavori con un annuncetto: il mio libro sta uscendo in Australia e Nuova Zelanda! Per la prima volta posso davvero leggere la traduzione, e hanno fatto un lavoro magnifico, qui invece c’è la copertina:

Ma basta parlare di me

Dopo che mi è stato consigliato da varia gente, ho finalmente letto e posso consigliarvi di fare altrettanto con Circe, un romanzo di Madeline Miller, in cui l’autrice fa una rivisitazione del personaggio vista in prima persona. Avendo conoscenza zero di mitologia greca non avevo spoiler di cosa sarebbe successo ai personaggi che vengono raccontati. Forse per questo, forse solo perché è scritto bene, mi ha incatenata alle sue pagine ed è stato uno di quei libri che ti porti sempre dietro “casomai avessi cinque minuti liberi in coda al supermercato, almeno lo continuo”.

Edith Pritchett è una fumettista che fa vignette per il Guardian, e ultimamente è presente nel 90% delle chat con le mie amiche per dire “this is sooo me” tutto il tempo. A volte quando sono giù me la vado a rileggere, e anche se conosco già tutto il suo account instagram mi fa tornare un po’ il buonumore.

Correte tutti là! Noi ci risentiamo a fine aprile. Ciao!

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Hourly comic day e altre occasioni perse: la newsletter di Gennaio/Febbraio

Nonostante gennaio sia oggettivamente il mese più lungo dell’anno, eccomi qui in clamoroso ritardo con la newsletter. D’altronde in questo periodo anche solo uscire dal letto è un’impresa sopra le mie forze percepite.

Non disperiamoci, arriverà la primavera.

Bentornati! Spero il vostro inizio anno sia stato un po’ più arzillo del mio! La newsletter di fine mese non è l’unico appuntamento che mi è passato davanti agli occhi mentre cercavo di togliermi le cispe: il primo febbraio il mondo del fumetto fa l’hourly comic day: un diario della giornata a cadenza (più o meno) oraria. Se volete vedere dei begli esempi, quello di Zoe Si è stato molto carino, come pure quello di Isabel Greenberg.

Io ho approfittato di un viaggio in treno il 3 febbraio per farne uno retrospettivo ma veritiero: il fatto che la mia giornata fosse particolarmente noiosa è solo un caso, di solito ho una vita scoppiettante.

Tipo boh, a volte faccio la doccia oppure mangio del cibo non in lattina. Follie.

Sorvolando sulla mia dipendenza da podcast del Post, il lavoro di cui vi parlo oggi è un’illustrazione per rivista fatta per Education in Chemistry sulla crescente difficoltà a trovare (e tenere) insegnanti di materie scientifiche in UK.

Vi sarà forse arrivata notizia del periodo non certo prospero che stiamo attraversando in UK. Ok, non è bello da nessuna parte, ma ultimamente qui il costo della vita è schizzato alle stelle e i salari stagnano da anni. Per questo tantissimi settori sono in crisi: dai treni al personale sanitario, dalle poste agli insegnanti, appunto. Se vi interessa, ne hanno parlato a Globo la settimana scorsa, potete recuperare qui la puntata. Queste sono state le mie bozze, abbastanza autoesplicative

La mia preferita era la prima, mentre loro hanno scelto la seconda. Qui l’immagine definitiva e, a posteriori, in effetti era forse più interessante.

Ma basta parlare di me

Questo Natale mi ha portato ottimi fumetti:

questa foto sfuocatissima rappresenta il mio bottino la mattina del 25, poi si è aggiunto anche un Riad Sattouf nell’ultimo volume dell’Arabe du Futur, un’autobiografia in 6 puntate.

Non so consigliarvene uno sopra gli altri, sono tutti notevoli per motivi diversi. Io ho un debole per gli inchiostri de La Came, che potete vedere all’opera sul suo instagram ed è abbastanza ipnotizzante.

Invece per la prima volta da quando tengo la newsletter vi consiglierò una serie da guardare. Severance è una serie di fantascienza basata su un mondo in cui una grossa azienda ha trovato una tecnologia per dividere la memoria dei suoi dipendenti, in modo che non ricordino quello che succede durante le 8 ore di lavoro e vivano così questa doppia vita, una “dentro” l’ufficio e una “fuori”.

Da questa premessa si apre un mondo di possibilità narrative: come si sviluppa la personalità di un individuo che ricorda solo quello che gli succede in ufficio ma sa che vive parte della sua vita in un “fuori” che non vedrà mai? La seconda stagione arriva fra un anno e io sto a contare i minuti.

Mi sa che non ha senso riscrivervi tra due settimane, quindi diciamo che questa è stata la puntata di Gennaio/Febbraio e ci sentiamo a fine Marzo rinvigoriti dalle giornate più lunghe: ciao!

 

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