la newsletter di Maggio

Il 4 maggio mattina mi sono svegliata con un bi-bip del telefono

Chi mi scriveva mi stava chiedendo di preparare 10 minuti su Mendel per le lezioni che Rai GULP fa nel programma “La banda dei fuoriclasse” e, prima ancora che whatsapp notificasse la lettura del messaggio, mi erano già spuntati due brufoli enormi d’ansia.

Avermi dato solo 24 ore per preparare l’intervento (che comunque è durato 10 minuti) è stata manna dal cielo. Vero: ho dovuto lasciare tutti i miei piani della giornata in un angolo, ma almeno ho condensato tutto il patema d’animo in poche ore. Il giorno dopo c’è stata la diretta, e vi stupirò, non è entrata a far parte della lunga lista di figure di cacca che talvolta mi tengono sveglia di notte.

Anzi, se vi interessa potete guardarla a questo link, io sono più o meno a 1h30 dall’inizio.

Ciao a tutti, evviva è maggio! Quasi giugno! Qui in UK siamo ancora in lockdown, ma il sole tramonta alle 22 e tanto mi basta.

Se non siete già stufi di sentirmi parlare in video, ho altri tre link per voi: qui sono stata con Roberto Natalini e Andrea Plazzi a parlare del mio fumetto per la rivista Archimede, qui con Roberta Fulci a raccontare un po’ di dietro le quinte del mio libro. E qui sempre insieme a Roberta e a Ilaria Tontardini (di Hamelin), a parlare di divulgazione scientifica (di nuovo noi siamo a 1h30 dall’inizio, ma guardatevi anche l’intervento di Licia Troisi prima perché merita molto).
Devo ammettere che essere in compagnia di persone a cui voglio bene mi ha reso molto più divertente l’idea di essere davanti a una webcam.

Come avrete capito dal ritardo con cui vi arriva questa newsletter questo mese è stato piuttosto pieno: il progetto più grosso a cui ho lavorato è stato preparare questa campagna Kickstarter.

L’idea è fare un libro illustrato per bambini, per raccontar loro della storia del dr Li Wenliang, ma anche per dargli l’opportunità di confrontarsi esplicitamente con il periodo di lockdown, sia per come lo hanno vissuto loro sia per cosa è successo alla nostra società.
Francesca Cavallo, autrice della storia, sta anche tenendo degli incontri con italo-cinesi per parlare di come l’epidemia li abbia colpiti da un punto di vista sociale e di quali conseguenze ci siano state nelle loro vite quotidiane. Il primo incontro è domani alle 16 con Marco Wong, e potete seguirli a questo link. Il libro invece si ordina qui.

Ma basta parlare di me

Anche perché ho ricominciato a leggere e ho

un fumetto bellissimo da presentarvi:
l’ho scoperto davvero per puro caso, ero sul sito di una libreria di Cambridge per comprare un altro volume, quando ho visto questa copertina ed è stato un colpo di fulmine.
Snapdragon è opera di Kat Leyh, parla di streghe, fantasmi, boschi e animali. Ma soprattutto è spettacolare per il disegno.

Non so se è una sensazione comune, ma, quando mi trovo di fronte a qualcosa che mi piace tanto, tendo ad avere un effetto buffet con gli occhi: non riesco a focalizzarmi su una cosa in particolare perché è come se volessi DI PIÙ e quindi ingurgito input senza davvero assaporarli. Questo fumetto per dire conta 220 pagine e io l’ho letto in mezzora. Mi sa che adesso mi calmo e lo rileggo di nuovo, a mente già sazia.

Un video
Si può fare divulgazione scientifica usando tanti linguaggi, ma fino a poco tempo fa non sapevo si riuscisse a farlo anche con la danza. Poi ho visto questo video di Antonia Groneberg e ho dovuto ricredermi (assolutamente da vedere con l’audio attivo) .


È il video vincitore del contest “dance your PhD” promosso da Science. Qua potete leggere un po’ della sua storia.

E ora vi saluto con una foto a cui tengo molto: 5 anni fa questi erano i miei primi giorni di vita a Cambridge. Di traslochi ne avevo già affrontati parecchi, ma questo è stato probabilmente il più grosso, almeno nella percezione: non mi stavo trasferendo per un progetto specifico, come all’università, non ero a un biglietto di regionale dal tornare a casa, non sapevo quanto sarebbe durata questa nuova tappa ed ero in un posto in cui non conoscevo quasi nessuno. Ed eccoci qui appena atterrati, due pirati all’arrembaggio dell’autobus

giovani, impauritini, emozionati e bagnaticci.

5 anni non sono pochi, ho un sacco di capelli bianchi in più e paure diverse. Ma questa foto per me è un po’ il riflesso dell’inizio della mia vita adulta e mi fa tenerezza e coraggio. Va beh, lasciatemi essere sentimentale qualche volta: ci sentiamo a fine giugno!

fatto! Ci sentiamo a fine giugno 🙂

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Mucche cittadine e bozzetti: la newsletter di Aprile

Nella gif a loop continuo che è diventata la mia vita

quasi mi ero persa che stavamo arrivando alla fine del mese e che dovevo scrivere questa newsletter. Per fortuna poi è stato il 25 aprile (ehi auguri!) e sono andata a festeggiare con una passeggiata nei parchi cittadini, ho incontrato le mucche e ho pensato che ve le avrei raccontate in questa mail. Ah che bello, una frase in cui non sembro pazza per niente. Ma ora vi spiego.
A Cambridge infatti da Aprile a Settembre ci sono le mucche a pascolare in città, ed è una delle cose che mi potrebbero convincere a vivere qui per sempre.

(Fra l’altro hanno anche un account Twitter, se siete quel genere di persone)

Ciao a tutti! Spero di ritrovarvi ancora bene, e ai nuovi arrivati: vi assicuro che non parlo solo di mucche! Non disiscrivetevi subito!
Di solito in questa prima sezione vi racconto un po’ che cosa mi è passato per la testa durante l’ultimo mese; purtroppo questa volta l’onesta risposta è: il vuoto assoluto. Zero. Uno degli effetti della quarantena su di me è stato una totale sospensione celebrale, e l’unica cosa su cui mi sono riuscita a concentrare è il lavoro.

Non è nemmeno una cosa brutta eh (e oddio, non farò finta che di solito il mio cervello partorisca idee davvero degne di essere lette). È solo un po’ limbo, attesa.

Per fortuna però, il lavoro è stato bello e variegato, e vale pure la pena raccontarvene un pezzetto. Chi mi segue sui social avrà visto questo progetto fatto con Francesca Cavallo, mentre a Maggio uscirà il nuovo numero della rivista Education in Chemistry (della Royal Society of Chemistry) con dentro 9 mie illustrazioni e fuori la copertina fatta da me. Wiiii!
Ora, non so se vi può interessare, ma quando ho iniziato a pensare di fare la newsletter mi ero immaginata che qualche volta avrei potuto parlare del processo dietro al mio lavoro: visto che questo progetto mi è piaciuto molto, facciamo che vi racconto una illustrazione dalle bozze al definitivo. Se poi vi annoio ditemelo e smetto.

L’articolo parlava di come le varie piattaforme e software messi a disposizione per l’insegnamento da remoto (la rivista è per insegnanti di chimica) possano essere un’arma a doppio taglio: se da un lato facilitano il compito di insegnare da lontano, possono essere anche troppe e invadenti e districarcisi non è facile.
Io volevo dare l’idea dell’essere sommersi dalle troppe notifiche e della necessità di trovare un equilibrio in questa nuova condizione. Ecco due doodlini fatti mentre riflettevo per trovare l’idea giusta:

Che, come tutte le idee che si rispettino, mi è arrivata in uno dei due momenti in cui il cervello lavora bene: sotto la doccia, o in dormiveglia.

È andata proprio così. Il giorno dopo ho fatto la bozza:

che le art director hanno approvato chiedendomi però di incentrarla più sull’insegnamento, e quindi di togliere i social network a favore di piattaforme più adatte. E questo è il definitivo.

Fra l’altro questa illustrazione ancora non è stata pubblicata, ma le art director sono state così carine da permettermi di mostrarvela in anteprima, però per favore tenetevela per voi. Questa poi è anche una delle ragioni per cui di solito faccio fatica a parlarvi delle cose che sto facendo: ad esempio questo mese ho lavorato anche ad altri progetti di più lungo respiro o ancora non pubblicati, ma che ve ne parlo a fare se non posso farvi vedere nulla?

Ma basta parlare di me
perché vi devo presentare

Una persona
Guardare video di DIY come modo per rilassarsi è una delle cose che mi unisce a mio nipote di cinque anni. Non vedo l’ora che diventi un po’ più grande e impari l’inglese per presentargli Simone Giertz, Queen of Shitty Robots e mia fidanzata immaginaria.
Giertz costruisce cose, divertenti o immensamente fiche, oppure entrambe. Questo è il mese di entrambe: guardatevi il video, non vi anticipo nulla, tranne il fatto che il dettaglio del pattern sulla cravatta come speaker mi fa venire il solletico agli occhi.

Ah, se non la conoscete, fatevi un piacere e guardatevi pure il suo Ted Talk o leggete questo articolo. La sua vita non è solo di cose belle (ha avuto un tumore al cervello) ma proprio per questo è un esempio umano di grandi proporzioni.

Due minuti interessanti al giorno.
Se fate parte della mia bolla social l’avrete già vista ovunque quest’ultimo mese, ma mi convinco che ci sia ancora qualcuno che non l’ha ancora sentita nominare: sto parlando di Chiara Alessi e del suo format Design in Pigiama. Sono video di due minuti in cui Alessi racconta un oggetto di design e la sua storia. È bravissima, e ha pure delle magliette molto belle: se quelle sono i suoi pigiami non voglio sognare cosa è il suo guardaroba intero.

Gente, io qui vi saluto. Ci risentiamo a fine Maggio? Dai. Buona giornata!

fatto! Ci sentiamo a fine maggio 🙂

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Buon vicinato e yoga: la newsletter di Marzo

Uno dei miei vicini di casa è un signore un po’ anziano

Dico “incontravo” al passato perché ovviamente anche io ora lavoro da casa e la mattina non esco più. Questo signore è di una dolcezza estrema, sempre sorridente e con una bella parola, e io mi sono affezionata. Dunque in questo periodo mi sono chiesta se non dovessi offrirgli aiuto: avrà famiglia? Amici? Non so nulla di lui d’altronde. Ma poi mi perito perché già ho poco tatto in genere, in inglese poi non riesco a rendere le sfumature e temo sarei brutalmente diretta:

E non mi va di sembrare di portagli iella. E poi lui potrebbe farmi notare che quella che esce vestita come se andasse in una spedizione artica anche a Giugno sono io e non lui, quindi a occhio e croce quella messa peggio sono io, e ci avrebbe pure ragione. E se poi scopro che in realtà ha trent’anni e io ho fatto un madornale errore di valutazione? Perciò temporeggio, anche se ogni giorno lo vedo un po’ più nervoso e teso.

Ciao, benvenuti e bentornati. Spero tutti voi stiate bene, e anche le vostre famiglie e amici. E se c’è qualcuno di voi che lavora nel settore sanitario o che lavora permettendo la quarantena altrui, GRAZIE per il lavoro che state svolgendo.

Come forse saprete, qui in Inghilterra siamo qualche settimana indietro rispetto all’Italia come numero di contagi. Se nel mio quotidiano le cose hanno iniziato a cambiare solo negli ultimi giorni, dentro la mia testa l’emergenza è iniziata in contemporanea con l’Italia tutta: per le notizie che sentivo da casa, per la preoccupazione che provavo e provo a sapervi in questa situazione, e per l’inquietudine data da sapere che non posso tornare in Italia come e quando voglio, neanche se ci fosse un’emergenza nella mia famiglia.

Per settimane quindi sono stata una sorta di menagrama spaccaballe al mio coworking

finché ho cominciato a isolarmi e non ho avuto più persone intorno da importunare, e comunque ora siamo tutti a casa.

Ma basta parlare di Coronavirus
E cerchiamo di rivolgere la testa altrove. Immagino che dopo settimane di isolamento sarete arcistufi di consigli su come passare il tempo, mi limito quindi a due cose che a me stanno aiutando o hanno aiutata in passato.

Yoga
Il problema più grande che ho nel lavorare da casa è che, senza gente intorno, tendo ad assumere posture consigliate da esattamente zero fisioterapisti.

Diciamo che sono un omaggio a Munari ambulante. Come risultato, al secondo giorno di isolamento la mia schiena ha iniziato a ululare di dolore, e mia sorella mi ha consigliato un canale di yoga, che ora pratico con molta costanza: la mattina faccio questa sequenza per la cervicale e le spalle, e la sera la ripeto aggiungendoci anche questa per chi sta tanto tempo seduto. Le faccio nel tempo che prima dedicavo agli spostamenti casa-coworking: per me è servito darmi questa allocazione temporale, perché altrimenti, impaziente come sono, non riuscivo a stare più di due minuti sul video.

Un podcast
Vista l’eccezionalità della situazione vi consiglio un podcast che è un po’ il mio guilty pleasure: Potterless è il podcast di Mike Schubert, un ragazzo che non ha mai letto i libri di Harry Potter da bambino, e adesso che è adulto li analizza capitolo per capitolo. Non faccio mistero di essere una grandissima fan dei libri di Harry Potter


Una nota doverosa: dal 2020 JK Rowling ha spesso fatto affermazioni e dichiarazioni fortemente transfobiche e purtroppo non è uno di quei casi in cui si può anche solo pensare di aver frainteso la situazione: la sua posizione è molto chiara e definita (non vi metterò io dei link, ma potete trovare cose molto lunghe e scritte di suo pugno con una semplice ricerca online).
Mi lascia nel pieno sconforto che la stessa persona che ha scritto una saga che inneggia al diritto di ogni persona di autodefinirsi possa essere la stessa che poi attivamente marginalizza e chiede vengano negati dei diritti a uno dei gruppi più discriminati di sempre. I libri di Harry Potter mi hanno cresciuta, e scoprire queste sue idee per me è stato parecchio doloroso.

In questo video, è possibile ascoltare un po’ di contro-argomentazioni alle dichiarazioni di Rowling.


 Perché allora guilty pleasure? Perché come tutte le cose che riguardano HP, ho opinioni molto complesse sull’interpretazione dei personaggi e della storia, e non posso dire di essere sempre d’accordo con lui – soprattutto fino a quando parla del terzo libro – e per questo faccio fatica a consigliarlo senza mettere le mani avanti che, sì mi piace, ma avrei un sacco di commenti e annotazioni su quello che dice e come lo dice. Però mi ha fatto fare delle belle risate e che mi ha calmata in momenti di stress. Se può fare altrettanto con voi – beh, è il momento giusto per consigliarvelo.

Avete dei bambini?
Io no, ma suppongo che se li avete siano giornate un po’ lunghe anche per loro. La mia incredibilmente brava amica Aurora Cacciapuoti ha iniziato a fare dei piccoli video tutorial: la Quarantenna TV.

Sono adorabili e mettono buonumore anche agli adulti: ne ha fatti 4, correte a guardarli!

E qui vi saluto: ci sentiamo a fine Aprile, spero con animi più lievi.

fatto! Ci sentiamo a fine aprile 🙂

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