Orologi da parete e laser cutter: la newsletter di Aprile

Come ben saprete dai giornali italiani e dalle loro voyeuristiche foto di pub affollati, in UK stiamo progressivamente uscendo dal lockdown nazionale. E questo per me significa anche un’altra cosa:Il Makespace è il posto dove andavo a fare coworking prima della pandemia. È una specie di Fablab: una grossa officina con una zona falegnameria, una cucito, un laboratorio per fare gioielleria, un altro per progetti di elettronica, varie stampanti 3D, CNC, laser cutter e tanto altro.

L’header di questo mese è dedicato alle mucche, che sono tornate a pascolare nei parchi cittadini.
Ciao a voi! Buon 25 aprile appena passato!

La filosofia del Makespace è che chi sa fare qualcosa lo insegna agli altri, e così ci si aiuta nei diversi progetti. Io per esempio tenevo un corso di introduzione al cucito, il ragazzo che costruisce chitarre elettriche mi ha insegnato l’uso della sega circolare, e così via.

Per tutto il periodo in cui ho fatto coworking lì mi sono cullata nell’idea che un giorno avrei usato tutti questi meravigliosi macchinari per fare qualcosa con i miei disegni, e questo pensiero mi appagava a sufficienza per non farmi mai passare davvero all’azione.
Ora il Makespace è riaperto ma non ci posso andare a disegnaree quindi mi è toccato pensare a un progetto che avesse senso fare laggiù.
Sono partita da questi doodolini che ho fatto qualche tempo fa
Nella loro semplicità mi piacciono abbastanza (penso mi ci farò pure una tote bag un giorno) e mi sembravano adatti a farci qualcosa con la laser cutter (una macchina di taglio laser). Ho tolto le campiture che secondo me rendono poco nell’intaglio su compensato, e ne ho scelte 4 per farci un orologio da parete.Il primo passaggio è stato calibrare il settaggio della macchina per trovare il valore che mi desse il giusto livello di incisione e che non bruciasse troppo il legno.
Purtroppo se stacchi a metà lavoro e ci torni il giorno dopo questa operazione va rifatta, perché il risultato dipende molto da cose, come la distanza del puntatore dalla superficie, che controlli manualmente andando un po’ a occhio.
Una volta soddisfatta ho fatto una prova in miniatura, per essere certa di non aver sbagliato l’ordine dei comandi: i tagli devono essere l’ultima cosa, altrimenti poi la base traballa durante l’incisione e va tutto in vacca. Qui la miniprova, venuta bene:E qua la laser cutter in azione (scusate la qualità peta della gif. Su instagram  ho messo dei video migliori per chi, come me, è feticista di questo genere di cose):

Lo scotch di carta serve perché altrimenti si forma un alone di bruciatino intorno al disegno (tipo quello che si vede nella foto sopra) e dà estrema soddisfazione rimuoverlo a lavoro finito.
Per proteggere le lancette ho messo una lastra di perspex sempre tagliata con la laser cutter. Le parti sono fissate con delle viti che hanno la duplice funzione strutturale e di segna ore.


E adesso tocca pensare al prossimo progetto: avete idee? Suggerimenti?

Ma basta parlare di me

Anche perché se vi metto ancora altre foto questa mail peserà 7 giga e non mi vorrete più tanto bene. Parliamo invece di

Un fumettista che ho da poco scoperto e che mi sto bevendo con gli occhi a più non posso. Potete seguire Thomas Wellmann su Instagram o comprare i suoi libri sul sito della Rotopol (gli albi sono in inglese o in tedesco): io ho preso il primo volume di Pimo e Rex e mi pento molto di non aver ordinato anche il secondo.

Rimedierò presto.

Un fumetto di Tillie Walden: ho iniziato a leggere Su un raggio di sole qualche settimana fa, ma sto andando lenta perché leggerlo mi sta facendo provare la stessa sensazione di quando manchi uno scalino per strada: perdita di equilibrio e accelerata di battito cardiaco.La storia si ambienta nello spazio in un universo fantascientifico (con una palette incredibile e un immaginario onirico): seguiamo il viaggio di Mia che è appena entrata a far parte di un equipaggio che si occupa di restaurare edifici in rovina. Parla di amicizia e amori giovani, portandoti a sentire nostalgia per un mondo che non hai mai abitato. Letteralmente, è un libro che ti scuote dentro, come se ti afferrasse l’intestino e iniziasse ad agitarlo.

E con questa avvincente immagine mentale vi saluto: ci sentiamo a fine Maggio!

fatto! Ci sentiamo a fine aprile 🙂

powered by TinyLetter